Amicizia #1
(Testo e disegni :Claudio Bellato)
La chiamata:C.Bellato. |
“Si capitava in un bar…:così il
(c’era una volta )investe la propria vita e la piega ,riluttante al ricordo”
MANLIO
SGALAMBRO
Del Pensare breve
Un pavimento di mattoni
rossi, la tettoia ricoperta di edera rampicante. Questo era il terrazzo.
Da lì si muovevano alcuni
individui in braghe corte e bermuda,armati di ghiaccioli di varia foggia, i
loro discorsi erano progetti improbabili e cambiavano a seconda della formazione: duo ,trio,
quartetto. Ovviamente le formazioni ridotte erano le migliori.
Già allora si squadravano a
distanza studiandosi con diffidenza ,come sarebbe accaduto più di trent’anni
dopo,fra quarantenni bolsi intenti a divorar salsicce umbre alla piastra,
parlando di alta macelleria e muffa sui cornicioni.
Domanda:( Ma si può diventare
mostri simili?)
Risposta:( Purtroppo sì.)
Il primo ricordo che ho a
tal proposito è una voce che chiama il mio nome da un cortile.
Sono le due dopo pranzo
circa ,ho appena finito i compiti, e sul tavolo ci sono alcuni numeri di Alan
Ford. Nella cucina c’è una sedia a sdraio e a fianco una stufa a kerosene. Nella
casa del mio amico , i mobili sono belli ,le sedie sono belle , ci sono
scrivanie ed impianti stereo hi-tech.
Un profumo di sigaro toscano
invade la stanza. In ogni angolo ci sono oggetti interessanti.
Libri,dischi,pipe
,lavagnette,quadri,macchine fotografiche, enciclopedie,numeri di Urania ,ed altre leccornie …Roba mai vista.
Se penso agli oggetti,credo
che l’amicizia ed il suo bisogno siano anche fortemente legati alla fuga dalla
casa e dalle cose che la abitano.
Qualche tempo fa un caro
amico,a proposito del suo amico di infanzia, mi ha detto “ La prima volta che
ho messo piede in casa di […] tutti si sorridevano ,ed ho pensato :Wow! Una
casa dove non si litiga!”
Quando sei un bambino ,la
casa è il tuo mondo anzi, tutto quello che accade in quelle quattro mura (E’)
il mondo. Uscirne fuori rivela sorprese inaspettate . Si arriva ad averne
bisogno.
Riuscite a rivedere il
vostro dito sul campanello?
Oggi che gli oggetti li ho
mangiati, ingeriti, digeriti e vomitati, inclusi ed preclusi.
Quello che cerco in una
persona è qualcosa che mi possa arricchire, o altrimenti la ricerca di un
testimone che confermi la mia esistenza. Attività che include la ricerca di
superstiti a volte distanti tra loro centinaia di Km.
“Insieme all’amico spezziamo il
pane,facciamo mille atti,l’adorabile tempo ci conduce”
MANLIO
SGALAMBRO
Amici
Mangiare insieme ,ecco
qualcosa che mi stava sfuggendo,dietro alla masticazione,c’è molto di più di
quanto appare,se frugo a ritroso,scopro la voglia di condividere, il pane, la
pasta, il vino, il caffè e milioni di sigarette.
A tavola non si può tacere.
Le parole ed il cibo raddoppiano il piacere, spezzano il silenzio di mille cene
accompagnate solo dal rumore delle forchette sui piatti e dai telequiz del
corradone.
A proposito:( Come cazzo abbiamo potuto lasciare che la
televisione entrasse così prepotentemente nelle nostre vite con quegli eroi subnormali
,che oggi vengono incensati e descritti da Rai storia come il modello di una
televisione bella e pulita che non c’è più,ma che in realtà già allora gettava
le solide basi della merda nella quale razzoliamo ora.)
Di sera tornavo da Milano ed
entravo nella mia casetta. Sul tavolo c’era un pezzo di frittatina e qualche pezzo
di focaccia lasciata da mia madre. Da quello stesso terrazzo dove una dozzina
d’anni prima venivo chiamato da altri.
Un amico mi chiamava.
Dividevamo quella frittata, si faceva il caffè e si fumava per ore.
Già allora non vivevo nel
presente . Non godevo di quella presenza e di quelle discussioni, istante per
istante,così come si dovrebbe fare.
Ogni meditazione è solitaria
, lo ha detto Renè Descartes che non è un Claudio Bellato qualsiasi. Con le
discussioni si arriva poco lontano…
Spesso, da quei discorsi(specie
in quelli tenuti da gruppi superiori a due individui) non nasceva niente di
concreto,un po’ come nelle puntate del Maurizio Costanzo Show. Erano un
bollettino di guerra realizzato da tre o quattro reporter,che raccontavano le
proprie imprese con farcitura di balle colossali. Ricordo bene un tale che
sosteneva di avere il numero di telefono del papa, ad una nostra richiesta di
ridimensionamento, abbassò il tiro dicendo che conosceva qualcuno che lo
possedeva… Questo per dirne una.
Lo sfaldamento dei gruppi
avveniva per causa delle passioni( la musica) o l’ amore.
Non ci si poteva portare
dietro il gruppo perché non si potevano condividere alcune passioni per ovvi
motivi. Alcuni tuttavia tagliavano definitivamente. Mi risultano ancora
operativi in tal senso a distanza di quasi trent’anni. Tipi. Ci si incontrava a
distanza di anni ,ma i discorsi erano assai generici,si adottavano le buone
maniere e la discrezione, ma nelle nostre testoline si facevano i conti. Ci si
squadrava a distanza.
Uno di loro mi ha telefonato
a distanza di anni ( la scena avviene nel parcheggio di un autogrill , una sera
di inverno poco prima di Natale)
Che cosa ne penso di tutta
questa storia a distanza di trent’anni.
Che cosa ne penso?
Se fossi un esperto di
questioni teologiche vorrei parlare dell’amicizia come strumento divino nelle
nostre esistenze.
L’amicizia è anche una condizione di bisogno, ma le
condizioni di bisogno possono anche terminare.
Credo che molti amici,al
pari delle relazioni sociali imposte,servano a farti capire di che cosa non hai
bisogno.
A questo punto mi viene in
mente un'altra forma di amicizia. Quella con i libri.
L’ambientazione è la stessa,
La terrazza di un bar,con l’edera sulla tettoia ,ed i vecchi che giocano a
carte.
Il libro che ho tra le mani
è una specie di testo scolastico,le parole sono di Kierkegaard, non le ricordo
a memoria.
“C’è un momento
nell’esistenza di un uomo , in cui egli non può più scegliere,perché gli altri
hanno già scelto per lui.”
C’ è anche un momento in
cui un uomo non può scegliere ,nemmeno
facendo affidamento sulle proprie attitudini, perché qualche forza oscura mette
un veto su di lui, e gli altri non lo riconoscono più per quello che è.
Ma un vecchio amico, ti
riconosce sempre, sembra esente da qualsiasi anatema, come gli angeli di
Wenders nel Cielo sopra Berlino, l’ amico
vede e riconosce quello che gli altri ,non vedono e non riconoscono. Il tempo non è un nemico
dell’amicizia ,mano a mano che purtroppo ci intacca ,rinforza questo sentimento
,che è basato su quello che Manlio chiamava “ Lo statuto del ricordo”
L’aver vissuto poco e tanto
insieme eleva i gradi bassi ed alti dell’amicizia ,che puoi ritenere tale solo
con chi ha vissuto con te ,e non con il primo venuto, pur se affine alla tua
persona.
“Lo statuto dell’amicizia è dato dal
ricordo. Ciò che si svolge tra due amici,ha bisogno di essere trascorso per
entrare a far parte di questo rapporto. Fin dal momento in cui un amicizia
comincia ,i due amici vivono di ricordi.
Non è nemmeno trascorso un istante,che
già tra loro si interpone il ricordo, tenero e soffuso….Perchè allora il tempo
trascorrerebbe come un inezia? Perché esso non corroderebbe il rapporto? Perché
il suo veleno sarebbe impotente?”
MANLIO
SGALAMBRO
Del Pensare breve
POSTAFAZIONE
A mò di scusa
Avrei dovuto titolare questo
post: Amicizia (Con ben tre citazioni di
Manlio Sgalambro) .
L’abuso di citazioni
dichiara(credo) l’amore ed il rispetto per questo grande pensatore. Le cose
sono andate così:
dopo aver ultimato queste righe , mi è ri-capitato
in mano la mia copia frusta del pensare breve ,e mano a mano che rileggevo,
trovavo frasi del maestro che completavano ed ampliavano il significato di alcuni di questi miei pensieri ai quali ho deciso di affiancare le citazioni
in questione.
19 /8/ 2014 ore 20:00
Piazza de Ferrari
Genova
Featuring:
Campari con vino bianco.
l'insensatezza delle cose, a parte i bisogni primari, possiamo darla per certa;
RispondiEliminase ascolto, leggo, pronuncio la parola amico sono pochi i nomi che mi vengono in mente e sono tutti nomi del passato, il tuo Claudio è uno dei nomi più cari; lo so, questo non vuol dire nulla, anzi proprio perchè sei passato nella mia vita ed ora non ci sei più, quel tuo nome non ha più ragione di essere contenuto nel cassetto "amico";
da quella telefonata ho compreso come sia inutile aggrapparsi ai ricordi, quel Claudio c'è stato e non c'è più, non ci sarà più, anche lui come tutti, anche lui come ogni cosa che transita e non rimane, anche lui come il disgusto che prova leggendo queste mie inutili parole.