Lettera a P.
( Confessione di ritorno con illustrazioni )
di Claudio Bellato
Caro P.,nonostante gli dei
abbiano dato disposizioni ben precise riguardo al mio disconoscimento ,esistono
sparsi per il mondo alcuni testimoni che
mi riconoscono ancora,forse sono disobbedienti,o forse vivevano fra mura molto
robuste al tempo del merdosissimo anatema.
Io sono uno di quelli che
cercano i testimoni della propria esistenza ,per completare il puzzle , con
pezzi che sono disseminati lungo le strade del mondo,non nella memorie delle
mogli ,degli amici o dei più cari fratelli.
I pochissimi testimoni siamo
noi,(i vivi e i morti )
Noi sparsi nei boschi, noi
sepolti nelle città, noi stenditori di panni su quartieri milanesi,noi eremiti
nei boschi.
Oggi ti ho trovato dunque.
Noi oggi ci siamo asciugati
le ossa al sole guardando tre radici secche.
E vaffanculo.
Io ritornando a casa
finalmente mi convinco che quelle vie piene di liti , di piatti rotti , di
amore,di libri ,di nascondini,di sigarette fumate di nascosto,di lucertole
morte,di ghiaccioli alla menta, di topolini, di settimane enigmistiche,di tette
meravigliose, di padri con le teste a minchia,di nipoti rincoglioniti, di geni
della musica ,di amori impossibili, di madri sorde,di vicini vecchi e stupidi,
di autobus che si allontanano,di droghe letali, di cenere sul mare ,di milioni
di chitarre, di minestre fumiganti,di dischi,di bimbi e bimbe presi a calci
dalla vita ,di mostri deformi chiusi in soffitta,di amori creduti veri o forse
lo erano veramente.
Ritorno a casa e finalmente
mi convinco che quei posti sono veramente esistiti e che non mi trovo sul set
di un brutto film tipo fritzlangdenoantri ,dove il personaggio non viene
più riconosciuto da nessuno.
Noi siamo i custodi del
segreto che non conoscono gli amici ,le madri, le sorelle,ma tutti insieme.
Ti ho domandato che fine
hanno fatto i nostri padri e tu mi hai detto che sei stato mio padre milioni di
volte ,da tempo senza inizio.
Noi amiamo personcine e
fenomeni in continua mutazione,(se io cerco Claudio tra le sue parti ,non lo
trovo) ,anche se gli oggetti di tutte le nostre attenzioni fossero immutabili
io mi stancherei presto ,così come ci si stanca di una domenica deserta.
Ma non è così ed io continuo
a baciare bocche che si dissolvono,e tutti i miei coltelli trafiggono l’aria.
Ripensando al nostro incontro,2 cose mi hai fatto capire . La prima non la
dirò.
La seconda è questa :
L’unica forma di vita possibile è la compassione universale.
Ma quanto dovrò meditare per
accedere ad una condizione simile? Per uno che ha sempre e solo pensato
allicazzisua non è una cosa da ridere.
Tu mi dici che è
possibile,coltivando l’amore giorno per giorno così come abbiamo fatto fino ad
ora con l’odio.
È strano,passeggiando vicino
al parco dove giocavi da bambino ,ho avuto una illuminazione( mi perdonerai se
non so come definirla,non è un pensiero, ma
è più simile ad un immagine)
Noi non moriremo mai.
Io non sto parlando
dell’amore che diamo e che ci sopravvive nelle cose e nelle persone.
L’ esistenza spirituale e
dell’ amore hanno vite proprie.. o almeno credo.
Questa è una descrizione
inutile,perché non si può descrivere quello che uno prova quando viene
attraversato da una verità.
È come cercare di descrivere
il sapore del miele a chi non lo ha mai
mangiato.
Torno a casa in macchina
attraversando la campagna e le colline. Tutto è pervaso da una bellezza che
toglie il respiro. I colori dell’erba, del cielo e delle nuvole sono più
luminosi del solito,sembrano attraversati da una forza elettrica . Pare di
sentire un brusio nell’aria ,negli alberi ,nel cielo e nella terra.
Abbasso i finestrini della
macchina e l’aria mi investe. È forte.
Riesco a percepire ogni parte del mio corpo. Mi sento vivo e sono felice
È il 30 Luglio 2014.
C.B.
Le tre Radici
Il Ritorno
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