ALBERTO GRIFI
ovvero:
Prima cambiare la vita , poi il cinema
Di Claudio Bellato(work in progress)
Ho amato ed amo molto il cinema di Alberto Grifi. Sin dalla prima volta che vidi Anna programmata su fuori orario.
Alberto
che distrusse e sbeffeggiò la macchina cinematografica( La verifica incerta- 1964) tagliando e rimontando 47 films
commerciali destinati al macero,mostrando centinaia di scene tutte uguali
(
non è forse la vita ripetitiva? Contrariamente al cinema per le masse che ne è
la sua rappresentazione mistificata.)
Combinando
le immagini in maniera tale da farci credere che uno di questi bellocci avesse
cambiato sesso. Perché uno dei suoi amici e maestri ( Aldo Braibanti)
aveva già predetto che scavando intorno
al concetto di identità,potremo sorprenderci nel non trovare nulla.
Alberto
che ci mostrò Anna (1975).
Grifi
ricorda che quando il film venne proiettato a Venezia,uno dei protagonisti del
film ,presente in sala,cominciò ad agitarsi un po’ ubriaco.
Qualcuno
tra il pubblico chiamò l’ambulanza che
se lo portò via. A.G:« La gente che va a vedere un
film e poi fa chiamare l’ambulanza perché il protagonista reale disturba la
proiezione è la stessa gente che va al cinema
a vedere gli alienati,per non rendersi conto di essere alienata e
schiava della città» Che cosa
era accaduto? Il pubblico che accetta di vedere ed ascoltare l ‘immagine e la
voce di un uomo proiettata su di un grande schermo mentre grida e si agita, è
lo stesso pubblico borghese che chiama la celere quando quella stessa persona
che vedi sul grande schermo è li vicino a te.
Che
differenza c’è tra lo schermo e la vita reale?
L’anestesia
del cinema? L’importanza di un arte che potrebbe insegnare ancora qualcosa a
qualcuno,se la sedazione e le ideologie dominanti non fossero penetrate così a fondo.
La
verifica incerta anticipa di trent’anni Blob di Ghezzi e Giusti
A.G:«Quando mi hanno chiesto che rapporto c’era tra Blob e la
verifica incerta…Certamente c’è un rapporto di eredità…Quando si è trattato di
far entrare lo spirito dell’avanguardia,mi sono sentito come un toro macellato
il cui sperma congelato fosse andato in quell’utero elettronico che è la Rai e mi sono chiesto come mai
non ci fosse stato rigetto.
Ma
più cercavo di capire questo e più mi sembrava di capire non tanto l’eccezione
del non rigetto ,ma la normalità della televisione»
Ad un certo punto Grifi
decide di “abolire” il montaggio ,strumento certamente utile a fini
narrativi,ma dietro al quale si nasconde la censura .
Nascono documentari come Lia
filmato al convegno sull’antipsichiatria, i grandi festival come Parco Lambro
,gli scioperi ,le manifestazioni delle femministe,tutto filmato senza censure ,
botte e bestemmie incluse ,sempre con la telecamera pronta a cogliere il
momento anche i silenzi e le parti apparentemente più inutili, perché
la vita (come diceva Alberto) è un piano sequenza.
Nascono lavori come Anna.
Grifi e Sarchielli accolgono Anna,giovane emarginata ed incinta .
Ad un certo punto Vincenzo
l’elettricista si innamora di Anna e se la porta via. L’amore non era previsto,ma
la telecamera di Grifi continua a girare,perché questa è la vita vera. La
sceneggiatura va buttata nel cesso .
Il film deve continuare ,ma
potrebbe continuare all’infinito ,per la prima volta avviene una rottura,il
cinema ha filmato la vita vera. Ma non si finisce con il pugno chiuso,non ci
sarà la vittoria rivoluzionaria,perché questa gente è rimasta schiacciata,ed ha
cercato tuttavia un modo di vivere dal modello
di vita lavora ,produci,consuma,crepa.
Vincenzo nella vita
vera finirà assassinato da Claudio
Volontè fratello del più noto Gian Maria.
A.G:«Oggi sappiamo che Vincenzo è morto.
Assassinato da Claudio Volontè ,fratello del più noto Gian Maria. Vincenzo
Mazza,27 anni elettricista…Vincenzo che veniva dalla Pirelli,dalla Bicocca di
Milano,che era emigrato dalle Calabrie,che era stato licenziato durante gli
scioperi selvaggi,quindi poi era sceso giù verso sud ed aveva scoperto una vita
più bella e vivibile di quella che era la fabbrica”
L’abolizione dei codici
filmici,i tempi (che nel cinema commerciale riducono venti anni in venti minuti
)
Il montaggio dietro al quale
si nasconde la censura, i collettivi video
,al posto dei casting,dove gli attori stanno insieme non condividendo
nulla,tranne le ragioni salariali che si attendono dal produttore,esattamente
come gli operai spesso stanno insieme senza condividere nulla,senza conoscerci
,solo perché attendono lo stipendio dei padroni.
Tutto questo viene
sostituito da una serie di persone che hanno obbiettivi comuni, e si stimano
reciprocamente lavorando alla realizzazione del film.
Il rifiuto della logiche di
mercato(Grifi non venne mai distribuito, anche se i suoi films si trovano negli archivi rai ed
ora grazie ad internet sono disponibili a tutti.
Grifi girò l’Italia per
portare i suoi lavori che documentavano a quelli del sud quello che succedeva
al nord(gli scioperi,le manifestazioni delle femministe,le carceri,i manicomi,
i festival pop)quello che qualcuno definì :la controinformazione .
A.G:« Oggi si fanno dei film dove tutti
volano, ma sono appesi a dei fili che vengono cancellati ad uno ad uno con
photoshop,ma sta di fatto che noi non sappiamo volare.
Tuttavia è nel desiderio di tutti. E
allora pensavo …Se questi desideri venissero fuori nella loro forma più
brutale,ma senza trucchi né inganni , si potrebbe avere una fotocopia della
vita sciatta,a bassa risoluzione,magari in bianco e nero.
Si potrebbero avere degli ideali piano
sequenza di 30 anni, e grazie alle memorie per computer sempre più potenti, ci
si arriverà . E allora pensavo , che cosa può insegnare un esperienza del
genere?
Sicuramente che non esiste un finale
dove vincono i buoni.
Ma ci mostrerebbe in fondo quanto siamo
stronzi,incapaci di vivere.
Un giorno prima o poi ci
accorgiamo,quanto predichiamo bene razzolando male. Ma soprattutto , un
esperienza del genere ci mostrerebbe,quanto ciascuno di noi configura un esistenza che è l’esatta fotografia di tutto
ciò che non sa fare»
Nel 1966(un salto
all’indietro in barba ad Aloysius Lysius)Grifi realizza Transfert con camera verso virulenzia ,applicando alla telecamera
lenti deformanti e prismi,ricostruendo una storia biografica dell’occhio. Chi
stabilisce la veridicità della visione? Il mondo visto dal pesce o dall’insetto
è un mondo meno attendibile rispetto a quello che percepisce il nostro occhio .
Grifi sostiene che ogni forma evoluta di organo non è necessariamente la
migliore. Le visioni causate dagli allucinogeni sono comunque un mondo
possibile.
E ancora , le avventure di Giordano Falzoni ,con
Giordano, l’amico di sempre,che mostrava i suoi giochi di specchi e la sua
dream machine( un giradischi con una lampadina centrale ,attorno alla quale
ruotavano delle figure colorate) ad una giovane,rivelando la funzione maieutica
dell’artista ,che insegna come l’arte non sia un segreto da iniziati,ma bensì
qualcosa che può esser fatto e fruito da tutti,migliorando la qualità della
vita. Alberto rese omaggio all’ amico Giordano ormai malato con alcuni filmati
ora visibili in rete.
Giordano fu pittore e
scultore,fece parte del gruppo 63 e fu il primo traduttore italiano di Andrè
Breton.
La lotta contro gli abusi
nelle carceri (Michele e la ricerca
della felicità) documentario commissionato dalla rai e poi censurato
,storia di un tossicodipendente all’interno di un carcere,raccontata da Alberto
che aveva patito il carcere duro per una sciocchezza.
Auschwitz ,che
mescolava le immagini di Alberto ,con le rovine e la morte nel campo. Le
immagini di Monica Vitti(bellissima),
sovrapposte all’audio di una lettera dal carcere di Mamone in Sardegna,mentre
il detenuto racconta le botte ,gli sputi,gli insulti ,la censura delle lettere
,le sue parole vengono contrastate dalle
immagini di Antonioni e la
rappresentazione dei finti problemi della noia borghese . Mentre gli emarginati
muoiono nelle carceri italiane, i borghesi si baloccano con la loro
incomunicabilità .
Che cosa racconterebbe oggi
Alberto nell’Italia di Cucchi,Aldrovandi ,Uva , in quell’Italia dove ancora si
muore nelle carceri e nei letti di
contenzione, dove tutto viene occultato da una parte marcia di questa società
rappresentata da certi medici, tutori dell’ordine, non di meno da certi nostri
governanti.. ricordate le parole del ministro Giovanardi a proposito del povero
Stefano Cucchi«..in fondo stiamo parlando
di un tossicodipendente anoressico»
Certamente sarebbe utile
rileggere la funzione sociale del cinema di Alberto …Ricordare le sue
parole,quando descriveva la vita come un lungo piano sequenza dove nulla va
censurato ,perché solo così si potrebbe avere un cinema in grado di
mostrare quanto siamo stronzi e
fondamentalmente incapaci di vivere senza violare,sfruttare,ammazzare.
Parole di Alberto Grifi :
C’è una piccola verità che sta sotto
gli occhi di tutti ,diceva Braibanti,ma che nessuno vede ,ed è la semplice
constatazione che ciascuno di noi , è una piccola cellula di quell’organismo
assai più grande che è il pianeta che
abitiamo.
…La mia idea etica del cinema lasciata
da Zavattini che usava lo stesso slogan: “E inutile che cercate di fare la vita
bella al cinema.. La vita è brutta!” Pero se cerchi di cambiarla e poi cerchi
di filmarla nel momento in cui cambia ,e questa diventa una vita più bella,più
nuova ,socialmente più viva e significativa ,che non è più quella passività che
ti dà il lavoro salariale ..per esempio il teatro dell’esperienza diretta
rovesciava il solito concetto di spettacolo,il pubblico stesso era invitato a
creare.
I lavoratori oggi sono gli
spettatori,che pensano di guardare la televisione e divertirsi,che in realtà
lavorano e non lo sanno , perchè tu più tieni acceso il televisore ( e c’è un
sistema auditel che sarà sempre più perfezionato)e non va dimenticato che il
digitale terrestre permetterà di fare dei controlli sempre più sottili. Perché
cosi si potranno tariffare gli spazi pubblicitari in base all’ indice d’ascolto
. E non dimentichiamo che un broadcast televisivo non deve produrre spettacolo
,ma spettatori., che sono quelli che vengono venduti alle aziende
pubblicitarie. Quelle enormi spese della pubblicità vengono ricaricate sulle
merci nei supermercati . Ecco che quindi, chi accende il televisore fa
aumentare il prezzo della vita.
Se arrivasse qualcuno che non abita su
questo pianeta e dovesse definire chi è il vero abitante di questo pianeta non
direbbe l’elefante ,l ‘uomo e la donna ,ma dovrebbe dire che il vero
abitante della terra è la cellula.
Probabilmente le cellule se ne fregano
della questione dell’ identità di un organismo che è complessivamente costruito da un insieme di cellule organizzate,tuttavia da
quello dipende la loro esistenza .
Allora bisogna chiedersi se questo
ordine apparente è in realtà il risultato economicamente più accettabile.
A cominciare dalla simmetria bilaterale
,per esempio come se avessimo i pezzi di ricambio.
Se questa certezza dell’identità non dipenda da un sistema che è
economicamente meno dispendioso per conservare tutto il bagaglio cellulare in
un equilibrio tale che la vita possa svolgersi nel migliore dei modi .
Non esiste un evoluzione che giorno per
giorno ha un armonia rispetto al passato .
Per esempio nell’ occhio esistono dei
gruppi di cellule a partire dalla retina,quindi dai fotorecettori che hanno
delle connessione crociate .
Cioè esiste già una memoria a livello
retina, senza che questa debba essere trasmessa nelle aree di proiezione
visiva,per essere ragionate ,riordinate eccetera.
Per cui tu hai dei gruppi di cellule
deputate al riconoscimento del movimento , e dei gruppi di cellule deputate al
riconoscimento della forma , ma se il movimento
e la forma raggiungono un livello di crisi rispetto a questo sistema si
verifica per esempio se tu guardi le ruote di un carro ,quelle girano al
contrario.
Le lenti ,i prismi aggiunti alla camera
erano intesi come dei sensi di percezione nuovi , quasi che l’operatore diventasse egli stesso ,pesce
,insetto ecc. per ripercorrere la storia dell’occhio. La storia dell’occhio
primordiale è affascinante, pare che la retina ,cioè quella parte dell’ occhio
che è sensibile alla luce ,sia l’estroflessione della corteccia cerebrale , ma
questo organo sensibile alla luce doveva essere pulito ripetutamente ,allora si
formò prima una secrezione, poi una vera e propria membrana di protezione che è
una archetipo della lacrima.
Sembrerebbe che all’origine dell’
occhio c’è una lacrima.
C’era Adorno che scriveva “Ogni volta
che un tentacolo comincia ad esplorare verso l’esterno e viene duramente
respinto, quel tentacolo alle lunghe non prova più ad uscire” Lì comincia la
stupidità , l’anestesia, la miopia, che sostituiscono il piacere di crescere,
di espandersi di camminare e così via.
Ho la sensazione ,che ci sia un vero e
proprio trofismo nella vita degli individui che più sono altamente organizzati, più tendono all’omeostasi,e
quindi si isolano dall’ambiente, tendono a rimanere in una sfera privata
(l’artista nella torre d’avorio)
Probabilmente credo che ci sia una
continua fuga dal dolore.
Mentre c’è un'altra parte di noi stessi
che pensa che la vita sia possibile solo se la metti continuamente a rischio,
guardando la morte in faccia continuamente. Ma forse questo rientra nel
panorama della guerra, ma queste sono cose che non abbiamo mai messo a posto .
C’era Braibanti che raccontava questa
storia delle formiche ,e cioè che le formiche sono in grado di fare cose che
gli individui pluricellulari non sono in grado di fare.
Si organizzano in un corpo collettivo
più grande . E certe volte, in un certo momento della vita del formicaio anche
venti milioni di individui si dispongono ed assumono forme simili a quelle
delle circonvoluzioni cerebrali.
Lui sosteneva che questa fosse la
produzione di un pensiero collettivo .
Esattamente come tante cellule sono
disposte e formano un organismo pluricellulare.
Però questa memoria oltre che
elaborata, viene conservata in ognuno di quegli individui. Ognuno ricorda
quello che è stato pensato
collettivamente.
La gente sorrideva con Virna Lisi …Lo
star system è una roba che ha persuaso molta più gente di tutte le religioni
messe insieme, e quindi ne vengono perpetuati gli effetti.
Il problema vero sai quale è ? Mancano
le vere ,reali ,profonde esperienze. La gente non le fa più , non si cala nella morte ,nei massacri. Quando mi sono
trovato in mezzo alle prime lotte operaie ,non potevo non mettermi in quei
panni .
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