venerdì 5 settembre 2014

Amici#1


Amicizia #1

(Testo e disegni :Claudio Bellato)



La chiamata:C.Bellato.





“Si capitava in un bar…:così il (c’era una volta )investe la propria vita e la piega  ,riluttante al ricordo”
MANLIO SGALAMBRO
Del Pensare breve

Un pavimento di mattoni rossi, la tettoia ricoperta di edera rampicante. Questo era il terrazzo.
Da lì si muovevano alcuni individui in braghe corte e bermuda,armati di ghiaccioli di varia foggia, i loro discorsi erano progetti improbabili e cambiavano  a seconda della formazione: duo ,trio, quartetto. Ovviamente le formazioni ridotte erano le migliori.
Già allora si squadravano a distanza studiandosi con diffidenza ,come sarebbe accaduto più di trent’anni dopo,fra quarantenni bolsi intenti a divorar salsicce umbre alla piastra, parlando di alta macelleria e muffa sui cornicioni.
Domanda:( Ma si può diventare mostri simili?)
Risposta:( Purtroppo sì.)

Il primo ricordo che ho a tal proposito è una voce che chiama il mio nome da un cortile.
Sono le due dopo pranzo circa ,ho appena finito i compiti, e sul tavolo ci sono alcuni numeri di Alan Ford. Nella cucina c’è una sedia a sdraio e a fianco una stufa a kerosene. Nella casa del mio amico , i mobili sono belli ,le sedie sono belle , ci sono scrivanie ed impianti stereo hi-tech.
Un profumo di sigaro toscano invade la stanza. In ogni angolo ci sono oggetti interessanti.
Libri,dischi,pipe ,lavagnette,quadri,macchine fotografiche, enciclopedie,numeri di Urania  ,ed altre leccornie …Roba mai vista.
Se penso agli oggetti,credo che l’amicizia ed il suo bisogno siano anche fortemente legati alla fuga dalla casa e dalle cose che la abitano.

Qualche tempo fa un caro amico,a proposito del suo amico di infanzia, mi ha detto “ La prima volta che ho messo piede in casa di […] tutti si sorridevano ,ed ho pensato :Wow! Una casa dove non si litiga!”

Quando sei un bambino ,la casa è il tuo mondo anzi, tutto quello che accade in quelle quattro mura (E’) il mondo. Uscirne fuori rivela sorprese inaspettate . Si arriva ad averne bisogno.
Riuscite a rivedere il vostro dito sul campanello?

Oggi che gli oggetti li ho mangiati, ingeriti, digeriti e vomitati, inclusi ed preclusi.
Quello che cerco in una persona è qualcosa che mi possa arricchire, o altrimenti la ricerca di un testimone che confermi la mia esistenza. Attività che include la ricerca di superstiti a volte distanti tra loro centinaia di Km. 

“Insieme all’amico spezziamo il pane,facciamo mille atti,l’adorabile tempo ci conduce”
MANLIO SGALAMBRO
Amici

Mangiare insieme ,ecco qualcosa che mi stava sfuggendo,dietro alla masticazione,c’è molto di più di quanto appare,se frugo a ritroso,scopro la voglia di condividere, il pane, la pasta, il vino, il caffè e milioni di sigarette.
A tavola non si può tacere. Le parole ed il cibo raddoppiano il piacere, spezzano il silenzio di mille cene accompagnate solo dal rumore delle forchette sui piatti e dai telequiz del corradone.
A proposito:( Come cazzo abbiamo potuto lasciare che la televisione entrasse così prepotentemente nelle nostre vite con quegli eroi subnormali ,che oggi vengono incensati e descritti da Rai storia come il modello di una televisione bella e pulita che non c’è più,ma che in realtà già allora gettava le solide basi della merda nella quale razzoliamo ora.)



Di sera tornavo da Milano ed entravo nella mia casetta. Sul tavolo c’era un pezzo di frittatina e qualche pezzo di focaccia lasciata da mia madre. Da quello stesso terrazzo dove una dozzina d’anni prima venivo chiamato da altri.
Un amico mi chiamava. Dividevamo quella frittata, si faceva il caffè e si fumava per ore.
Già allora non vivevo nel presente . Non godevo di quella presenza e di quelle discussioni, istante per istante,così come si dovrebbe fare.
Ogni meditazione è solitaria , lo ha detto Renè Descartes che non è un Claudio Bellato qualsiasi. Con le discussioni si arriva poco lontano…

Spesso, da quei discorsi(specie in quelli tenuti da gruppi superiori a due individui) non nasceva niente di concreto,un po’ come nelle puntate del Maurizio Costanzo Show. Erano un bollettino di guerra realizzato da tre o quattro reporter,che raccontavano le proprie imprese con farcitura di balle colossali. Ricordo bene un tale che sosteneva di avere il numero di telefono del papa, ad una nostra richiesta di ridimensionamento, abbassò il tiro dicendo che conosceva qualcuno che lo possedeva… Questo per dirne una.

Lo sfaldamento dei gruppi avveniva per causa delle passioni( la musica) o l’ amore.
Non ci si poteva portare dietro il gruppo perché non si potevano condividere alcune passioni per ovvi motivi. Alcuni tuttavia tagliavano definitivamente. Mi risultano ancora operativi in tal senso a distanza di quasi trent’anni. Tipi. Ci si incontrava a distanza di anni ,ma i discorsi erano assai generici,si adottavano le buone maniere e la discrezione, ma nelle nostre testoline si facevano i conti. Ci si squadrava a distanza.
Uno di loro mi ha telefonato a distanza di anni ( la scena avviene nel parcheggio di un autogrill , una sera di inverno poco prima di  Natale)
Che cosa ne penso di tutta questa storia a distanza di trent’anni.
 Che cosa ne penso?
Se fossi un esperto di questioni teologiche vorrei parlare dell’amicizia come strumento divino nelle nostre esistenze.

L’amicizia  è anche una condizione di bisogno, ma le condizioni di bisogno possono anche terminare.
Credo che molti amici,al pari delle relazioni sociali imposte,servano a farti capire di che cosa non hai bisogno.
A questo punto mi viene in mente un'altra forma di amicizia. Quella con i libri.
L’ambientazione è la stessa, La terrazza di un bar,con l’edera sulla tettoia ,ed i vecchi che giocano a carte.
Il libro che ho tra le mani è una specie di testo scolastico,le parole sono di Kierkegaard, non le ricordo a memoria.
“C’è un momento nell’esistenza di un uomo , in cui egli non può più scegliere,perché gli altri hanno già scelto per lui.”
C’ è anche un momento in cui  un uomo non può scegliere ,nemmeno facendo affidamento sulle proprie attitudini, perché qualche forza oscura mette un veto su di lui, e gli altri non lo riconoscono più per quello che è.
Ma un vecchio amico, ti riconosce sempre, sembra esente da qualsiasi anatema, come gli angeli di Wenders nel Cielo sopra Berlino, l’ amico  vede e riconosce quello che gli altri ,non vedono e non riconoscono. Il tempo non è un nemico dell’amicizia ,mano a mano che purtroppo ci intacca ,rinforza questo sentimento ,che è basato su quello che Manlio chiamava “ Lo statuto del ricordo”
L’aver vissuto poco e tanto insieme eleva i gradi bassi ed alti dell’amicizia ,che puoi ritenere tale solo con chi ha vissuto con te ,e non con il primo venuto, pur se affine alla tua persona.


“Lo statuto dell’amicizia è dato dal ricordo. Ciò che si svolge tra due amici,ha bisogno di essere trascorso per entrare a far parte di questo rapporto. Fin dal momento in cui un amicizia comincia ,i due amici vivono di ricordi.
Non è nemmeno trascorso un istante,che già tra loro si interpone il ricordo, tenero e soffuso….Perchè allora il tempo trascorrerebbe come un inezia? Perché esso non corroderebbe il rapporto? Perché il suo veleno sarebbe impotente?”
MANLIO SGALAMBRO
Del Pensare breve

POSTAFAZIONE
A mò di scusa

Avrei dovuto titolare questo post: Amicizia  (Con ben tre citazioni di Manlio Sgalambro) .
L’abuso di citazioni dichiara(credo) l’amore ed il rispetto per questo grande pensatore. Le cose sono andate così:
 dopo aver ultimato queste righe , mi è ri-capitato in mano la mia copia frusta del pensare breve ,e mano a mano che rileggevo, trovavo frasi del maestro che completavano ed ampliavano il significato di  alcuni di questi miei pensieri  ai quali ho deciso di affiancare le citazioni in questione.

19 /8/ 2014 ore 20:00

Piazza de Ferrari

Genova

Featuring:

Campari con vino bianco.









1 commento:

  1. l'insensatezza delle cose, a parte i bisogni primari, possiamo darla per certa;
    se ascolto, leggo, pronuncio la parola amico sono pochi i nomi che mi vengono in mente e sono tutti nomi del passato, il tuo Claudio è uno dei nomi più cari; lo so, questo non vuol dire nulla, anzi proprio perchè sei passato nella mia vita ed ora non ci sei più, quel tuo nome non ha più ragione di essere contenuto nel cassetto "amico";
    da quella telefonata ho compreso come sia inutile aggrapparsi ai ricordi, quel Claudio c'è stato e non c'è più, non ci sarà più, anche lui come tutti, anche lui come ogni cosa che transita e non rimane, anche lui come il disgusto che prova leggendo queste mie inutili parole.

    RispondiElimina